Alcuni pazienti vivono con particolare apprensione la richiesta da parte di un medico ortodontista di un accertamento diagnostico di tipo radiografico, come ad esempio la tradizionale lastra panoramica (anche nota come “ortopantomografia”). Ma quali sono i reali rischi che potrebbe correre un paziente che si sottopone a radiografia e quindi a quante radiazioni?
I principi guida per fare una radiografia in ortodonzia
Senza addentrarci troppo negli aspetti medico-legali legati agli accertamenti richiesti dal medico, partiamo da quelli che sono i due principi fondamentali che guidano l’ortodontista nella richiesta di una radiografia dentale:
- da un lato la giustificazione, il motivo quindi che rende necessaria l’indagine di approfondimento. Spesso infatti la radiografia risulta essere l’unico modo per fare una diagnosi corretta e pertanto può risultare indispensabile.
- dall’altro l’ottimizzazione che porta il medico a ricercare il miglior beneficio per il paziente con il minor dosaggio di radiazioni. L’obiettivo quindi è individuare il miglior modo possibile per eseguire la radiografia dentale con la minore esposizione di radiazioni ionizzanti per il paziente.
Quante radiazioni emette una radiografia dentale panoramica
Poste le premesse necessarie, affrontiamo ora l’interrogativo che spesso preoccupa il paziente quando si tratta di sottoporsi a una radiografia dentale: qual è il livello di radiazioni al quale sarò esposto? È importante tenere presente, a questo proposito, che i livelli di radiazioni associati a una radiografia dentale non sono elevati come potrebbe sembrare, specialmente se confrontati con le esposizioni annuali derivanti dalle fonti di origine naturale e artificiale presenti nell’ambiente in cui viviamo.
Come evidenziato nella tabella qui di seguito, basate sui più recenti studi di letteratura, una diagnostica medica generale impatta per un terzo rispetto al cosiddetto “fondo ambientale”. Tale fondo rappresenta la quantità di radiazioni provenienti da cause naturali o artificiali, osservabili e rilevabili ovunque sulla Terra, sia di origine terrestre (provenienti dal sottosuolo) sia extraterrestre (come i raggi cosmici).
Guardando più nello specifico ai valori di dosaggio efficace dei più comuni esami radiografici odontoiatrici, una radiografia panoramica dentale (OPT) incide solo per un dosaggio efficace di 0,01 mSv. Quindi con un impatto molto più basso rispetto alla dose media di radiazioni dovute all’ambiente naturale.
In confronto quindi con l’esposizione quotidiana inevitabile a cui siamo soggetti, diventa evidente che la procedura radiografica non dovrebbe destare particolare preoccupazione, specialmente quando vi sono validi motivi per richiedere tale esame diagnostico.
Il caso delle radiografie dentali tridimensionali
Un discorso che merita ancora maggiore attenzione nella prescrizione riguarda gli esami radiografici tridimensionali (TC), con particolare riferimento alla radiografia dentale di tipo Cone Beam, un esame a dosaggio ancora ridotto rispetto alle TC tradizionali nel contesto odontoiatrico. Incontestabilmente, tali esami rivestono un ruolo indispensabile in alcuni casi per comprendere la morfologia e l’orientamento degli elementi dentari nei tre piani dello spazio. Tuttavia, è importante notare che, contemporaneamente, questi esami sottopongono il paziente a una dose efficace maggiore rispetto agli esami bidimensionali convenzionali.
In situazioni come queste, il principio di Giustificazione assume un’importanza cruciale. L’indicazione all’esame radiografico deve essere valutata attentamente, richiedendolo solo se apporta modifiche e integrazioni al percorso diagnostico che risultano significative per la definizione della terapia da intraprendere con il paziente. Inoltre, nel contesto dell’ortodonzia, l’utilizzo di radiografie tridimensionali potrebbe offrire informazioni cruciali per la pianificazione del trattamento ortodontico, ma deve essere bilanciato con la consapevolezza dei rischi associati alla dose di radiazioni. Pertanto, la decisione di eseguire una radiografia dentale tridimensionale dovrebbe sempre essere guidata dalla necessità di informazioni aggiuntive che influenzino significativamente il piano di cura del paziente.
I nostri consigli per l’esecuzione di una radiografia dentale in ortodonzia
Il consiglio più prezioso che possiamo offrire ai nostri pazienti è di dialogare con il proprio medico per comprendere appieno la motivazione dietro la richiesta di una radiografia dentale. Allo stesso tempo, è consigliabile optare per centri dotati di moderne apparecchiature digitali che consentono di minimizzare al massimo la dose di radiazioni a cui il paziente è esposto durante l’esame radiografico.
Non ultimo ricordiamo a tutti i pazienti che si sottopongono a esami radiografici presso centri che offrono radiografie gratuite a scopo promozionale, che è sempre possibile richiedere una copia dell’esame radiografico. I centri o i professionisti che eseguono radiografie gratuite hanno l’obbligo di fornire una copia di un esame categorizzato come invasivo, evitando così la necessità di ripeterlo per pazienti che potrebbero averne bisogno in altri contesti o presso altre strutture sanitarie.
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